tag:blogger.com,1999:blog-67058797276062878912024-03-19T13:59:30.867+01:00LetteraturasportivaIn questo blog:
si vede e si discute di sport del passato.
si recensiscono libri che hanno come tema la letteratura sportiva.
si "poeta" sulle fughe, i goal, i pugni, le sgommate.
si apre l'orecchio a chi vuole condividere i ricordi di una vecchia emozione ancora densa e sgocciolante dentro la pancia e la testa.Unknownnoreply@blogger.comBlogger525125tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-950115112039563522013-08-05T13:26:00.000+02:002013-08-05T13:26:29.982+02:00Muhammad Ali. Storia di una rivoluzione di Andrea Bacci<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7VjR2URPVTx4RALBdccw67aqyaqm9C_L8bE0g_VUcEBhLogPVmeVS_2Fp4MkCTS1_CWJpjk27AOQtH8aDS2QiCV5Fn6mpiupyzZhRQ87otNlTSxWjNAmijXHh3IU_7NVbDpILXpBIF5xa/s1600/muhammad-ali_storia_di_una_rivoluzione_andrea_bacci.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7VjR2URPVTx4RALBdccw67aqyaqm9C_L8bE0g_VUcEBhLogPVmeVS_2Fp4MkCTS1_CWJpjk27AOQtH8aDS2QiCV5Fn6mpiupyzZhRQ87otNlTSxWjNAmijXHh3IU_7NVbDpILXpBIF5xa/s320/muhammad-ali_storia_di_una_rivoluzione_andrea_bacci.jpg" width="206" /></a></div>
Ultimamente ho letto molta boxe. Colpa di <strong>Dario Torromero e Andrea Bacci</strong>, due scrittori diversi. Torromeo fa narrativa di prima mano, con le vicende viste, ascoltate e raccontate mentre accadevano. Il suo è un volare tra le memorie farcendo tutto di competenze e occhio. <br />Bacci invece è storiografo eccezionale, capace di mixare fonti primarie e secondarie e accordarle in un racconto trascinante. Il suo è scavo profondo, alla ricerca dell’oro e della verità.<br />Il buon Bacci mi aveva già rubato una settimana di sonno in pullman con <a href="http://www.liminaedizioni.it/news/dt/273/essere-mike-tyson-novit%C3%A0-in-libreria.html">Essere Myke Tyson</a>, ma questa volta ha esagerato, facendomi perdere la fermata deputata alla mia discesa mattutina per colpa di “<strong><a href="http://www.castelvecchieditore.com/muhammad-ali-storia-di-una-rivoluzione/">Muhammad Ali. Storia di una rivoluzione</a></strong>”. Il sottotitolo dice molto: Leggenda <strong>e storiografia del più grande.</strong>La storia di Ali è una nebulosa inestricabile. <strong>Si mischiano politica, sport, show business, dolore, accordi, mafie, pugni veri, soldi, religione, nuove metodologie di approccio allo sport in quanto disciplina e in quanto spettacolo.</strong>Come riuscire a districarsi è l’appello più che la premessa che Bacci fa ad inizio libro. <br /><strong>Con la pagina successiva si inizia a ballare:</strong> dati di cronaca, parole altrui, riprese giornalistiche, citazioni, ricordi, disamine tecniche, analisi psicologica, rivelazioni, indagine al limite del poliziesco.<br /><strong>Balla Ali e balla Bacci, è un fiume,</strong> non puoi pensare di mettere argini di valutazione e impostazione critica, devi lascarti trascinare, collegare le tante vicende e imprese, guardando tutto da punti di vista completamente destrutturati. <strong>Mai scegliere un metodo: sarebbe la decadente scelta dell’<em>aneddotaro</em></strong>. Il metodo te lo impone Ali, con la sua intricatissima vicenda personale, pubblica e per i posteri, perché anche se ancora vivo è già storiograficamente notevole e pienamente influente sul suo tempo e il futuro che viviamo.<br /><strong>Bacci è perfetto nel fluire, nel navigare: se il web è ipertestualità, questi libri sono il 2.0 del biografismo</strong>: mai sviluppi statici, solo le interconnessioni tengono viva la lettura e lo stile.<br />Molto su Andrea ho detto<a href="http://sportvintage.blogspot.it/2011/11/essere-mike-tyson-di-andrea-bacci.html"> nella recensione su Tyson</a>. Inutile ripetersi. Adesso però ho una domanda per Andrea, di cui ho letto che questo è il suo capolavoro (io dico insieme a Tyson, anche quello è stato libro coinvolgente e scritto con stile forse ancora più nuovo): <strong>come pensare di fare un passo avanti dopo il più grande?</strong> Buttarsi nelle microstorie scegliendo i parallelismi con la Storia dello sport e non solo oppure cercare strade parallele a questa autostrada a 5 corsie che hai messo giù con un libro veloce e potente come pochi altri?Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-43256490238849429222013-07-31T17:11:00.000+02:002013-07-31T17:11:04.096+02:00Li chiameremo scemicchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYPQBcu2A9NFTl5pMcomHAXVYYuXY02nWOwB5IPtcUfYsSheQaH1HDqvwF5PfQbyog1KgNX_EyZxLfe6L9O7ZLolfIvjne16-IwJqv3DNPReICZKCpR0shhdgehyphenhyphen0UwGWqLPX_K8qtbs27/s1600/Cavani-PSG-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYPQBcu2A9NFTl5pMcomHAXVYYuXY02nWOwB5IPtcUfYsSheQaH1HDqvwF5PfQbyog1KgNX_EyZxLfe6L9O7ZLolfIvjne16-IwJqv3DNPReICZKCpR0shhdgehyphenhyphen0UwGWqLPX_K8qtbs27/s200/Cavani-PSG-2.jpg" width="200" /></a>Mi faccio una domanda da alcuni giorni: cosa spinge il <strong>Paris Saint Germain</strong> ad acquistare Cavani e non altri calciatori? Non è più giovanissimo ed è al top della carriera (può solo calare). Nel campionato italiano ha fatto sfracelli ma in Europa Higuain è di un’altra categoria. In nazionale fa lo scudiero di Suarez. In una sqaudra con Ibrahimovic prenditutto in attacco forse serviva una seconda punta goleador come <strong>Neymar. </strong>Quella citata per il confronto è tutta gente che costa meno di Cavani, con maggiore esperienza internazionale e in alcuni casi anche migliori prospettive future.<br />Comprare Cavani rientra in un percorso strategico che ha portato in <strong>Francia Pastore e Lavezzi</strong>, calciatori che non hanno ancora dimostrato grandezza internazionale, pagati molto più del loro valore se paragonati con tanti altri già pronti.<br />E la mia domanda a questo punto diventa un’altra: una strategia del genere è frutto di incompetenza, di tentativi al buio pesto o di folle collezionismo di figurine non ancora marchiate dalle grandi squadre europee?<br />Chi decide? L’allenatore non credo, altrimenti si continuava con <strong>Ancellotti</strong>, gli sceicchi non credo, perchè farebbero investimenti anche più forti e incisivi, i direttori sportivi forse, incastrati nei loro ingranaggi di favori, la piazza non credo, imbabolata com’è dalla troppa grazia.<br />Io resto con le mie domande e per il campionato italiano mi va bene lo scambio <strong>Higuain-Cavani.</strong></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-44078188857704918152013-07-25T15:48:00.001+02:002013-07-25T15:48:56.882+02:00Come giudicare Pantani?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJDfjdLIz9Or0o6UvhqwjCmOMbis49qzsNleHOUkjrtqVjqIkqf3Skf_JS4yvHaom29Ifk3SJ76xspaawITh1CrZlGsrbJDIpfWj-adb3rmVVkoCBMjjcWckk4q7nINpqOXckew-HFR-8-/s1600/marco_pantani.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJDfjdLIz9Or0o6UvhqwjCmOMbis49qzsNleHOUkjrtqVjqIkqf3Skf_JS4yvHaom29Ifk3SJ76xspaawITh1CrZlGsrbJDIpfWj-adb3rmVVkoCBMjjcWckk4q7nINpqOXckew-HFR-8-/s320/marco_pantani.jpg" width="250" /></a></div>
Lo sportivo che mi ha dato più emozioni dal mio primo ricordo telesportivo (Italia-Francia, ottavo Mundial ’86) è stato<strong> Marco Pantani</strong>. Aveva tutto dell’eroe romantico: la sfortuna abile nel baccarlo sempre, il fisico appassito, con le spalle strette e la faccia bianca anche dopo un mese in spiaggia a Cesenatico, la disperata idea che lo riempiva di voglia: sfidare i mostri del ciclismo contemporaneo (Froome sul Ventoux non era in sé, <strong>dopo tanti anni di Tour in tv</strong> ho desiderato al più presto il ritorno delle Falde del Kilimangiaro).<br />Storia di oggi è la certezza che Pantani era sottoposto abitualmente a interventi dopanti, e con lui in pratica tutti coloro che hanno vinto anche solo il <strong>Giro della Basilicata dal 1994 al 2000</strong>. Tutti in fondo sapevamo che quel ciclismo era farmaceutico ma il desiderio di un Pantani unico pulito era l’utopia che non volevamo abbandonare.<br />Adesso tutti, sorretti dal mio ricordo, ripetono: <strong>se tutti erano dopati, Pantani era comunque il più forte di tutti </strong>e ingiustamente (termine che può avere un senso nel discorso generale... incredibile!) fermato dai potenti.<br />È giusto pensare che <strong>in un mondo di fantasia</strong> (il ciclismo degli anni ’90-2000) reggono gli stessi parametri valoriali del mondo normale? Il corpo dice 40 di ematocrito, se via doping vai a 50 e vinci, non sei paragonabile. <strong>Ma se tutti sono chimicamente a 50</strong>, il tuo valore resta integro e classificabile?<br />In senso stretto (ed etico) questo discorso non ha senso: aver raggiunto un traguardo grazie a qualcosa di oltreumano non è un’attività sportiva. <br /><strong>Eppure, sia pure per la sola logica, le vittorie di Pantani restano inattacabili.</strong>Sono in confusione, non so aggiungere altro.<br />Purtroppo il ricordo resterà per sempre macchiato, <strong>anche se il panno era già lercio. </strong>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-34464923111758958782013-07-15T13:58:00.000+02:002013-07-15T13:58:31.783+02:00Ne parlano sul GuerinLa cosa più bella è scoprire una storia che non conosci. <br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="//www.youtube.com/embed/9MDeWml8ZMg" width="400"></iframe>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-67133667722721462822013-07-12T14:04:00.000+02:002013-07-12T14:04:24.875+02:00Come ti smontano l'Aranycsapat<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">È fantastico girare e parlare di calcio perché ti smontano tutti i miti.<br />Sono stato in Ungheria. Ho discusso con qualcuno, giovane e meno giovane. C'era anche il signor Mario che aveva visto giocare il Puskas ragazzo.<br />Io mi aspettavo melanconici ritratti della squadra d'oro degli anni '50. E invece...</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Quasi tutti mi hanno tirato fuori la partita contro la Bulgaria nella finale olimpica del 1968.</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Questo per me dice due cose.</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">La prima è che il calcio pretelevisivo di massa è un racconto stantio che non riesce a diventare epica. Anche noi se pensiamo all'Italia degli anni '30 immaginiamo l'obbligatoria vittoria "fascista" più che la forza della squadra.<br />Così gli ungheresi, alla domanda su Hidegkuti, Kocsis e il resto ti accennano a come dominavano nel mondo, senza eccitarsi mai più di tanto.</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">La seconda è che tra vincere e non vincere c'è una differenza abissale, anche in quello che resta nell'immaginario.</span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"></span><br />
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="//www.youtube.com/embed/YRSJu7ZXu90" width="400"></iframe></span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-50841325710425538682013-06-28T19:25:00.000+02:002013-07-01T19:01:33.447+02:00Il miraggio del siamo alla pari<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguD4L5VoPQBlZjt-0G2Xu4zTM_W7JBgJrsiTe9TRnmyX-wNVf6Zm4q1k7mzOahSnIeITvHl1PNuE1vC20GKS-wjYjngkN4GmokWNtYnmRP1jk115CJ08Ufe1_SNIehxQ_EgywEFK8Ss8SG/s738/barriera_italia_spagna_getty.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" oya="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEguD4L5VoPQBlZjt-0G2Xu4zTM_W7JBgJrsiTe9TRnmyX-wNVf6Zm4q1k7mzOahSnIeITvHl1PNuE1vC20GKS-wjYjngkN4GmokWNtYnmRP1jk115CJ08Ufe1_SNIehxQ_EgywEFK8Ss8SG/s320/barriera_italia_spagna_getty.jpg" width="320" /></a></div>
Ieri erano tutti esaltati per lo <b>0-0 contro la Spagna.<b></b></b> Pensavo una mattinata più riflessiva e invece l'orgoglio era passato sui giornali e i siti italiani. Allora mi sono fermato un attimo per capire se c'era qualcosa che non andava. Contro la Spagna <span style="-webkit-composition-fill-color: rgba(175, 192, 227, 0.230469); -webkit-composition-frame-color: rgba(77, 128, 180, 0.230469); -webkit-tap-highlight-color: rgba(26, 26, 26, 0.292969);">squadra campione del Mondo e d'Europa</span> abbiamo perso una partita ai rigori. Ci <strong>può stare.</strong> Abbiamo giocato tatticamente molto bene per 60 minuti. In quell'ora gli spagnoli hanno sfiorato il gol in una sola occasione con Torres che ha saltato in modo incantevole Barzagli, mezzo infortunato. Tutto promette bene, brava Italia.<br />
<strong>Abbiamo giocato senza Balotelli, il nostro calciatore migliore</strong>, dal secondo tempo con De Rossi in difesa e senza ricambi per Gilardino che si è speso fino alla fine. Eroica Italia come succede solo a noi (non si capisce perché tante nostre partite sono così accidentate da diventare oggettivamente storie da narrare).<br />
Ma ripensandoci un attimo... la Spagna era praticamente immobile sul campo. Iniesta ha filosofeggiato senza scattare mai, Torres ha sfiorato il gol mentre sembrava trascinare un macigno, due soli giocatori erano atleticamente pronti, <strong>Piqué e Sergio Ramos</strong>, i quali hanno ripetutamente sfiorato il gol. Negli ultimi 30 minuti e per tutti i tempi supplementari siamo stati assaltati da una Spagna senza capo né coda che dava palla ai nuovi entrati capaci di sbagliare almeno 5-6 palle gol facili. Siamo stati pericolosi con alcuni uomini ma mai "collettivamente". Mi spiego: avevamo un punto di forza, il duo <strong>Maggio-Candreva contro il fisso Iniesta e lo svagato Jordi Alba.</strong> Su quella fascia abbiamo creato tutti i pericoli, per il resto non abbiamo mai costruito azioni pericolose su altri lati del campo. Il centravanti non faceva paura alla coppia centrale, nessun incursore è riuscito a farsi vedere e non abbiamo mai tirato un tiro da fuori area fronte porta, segno che la squadra non accompagnava l'azione ma si teneva sulle sue posizioni d'attesa.<br />
<strong>Tecnicamente abbiamo giocato molto male.</strong> Abbiamo sbagliato gol facili, passaggi di cinque metri spesso finivano agli spagnoli, i cross andavano per i fatti loro, troppi giocatori fanno legna ma sono tecnicamente mediocri. In questo calcio non vincerai mai partite come quella di ieri.<br />
Tirando una linea stempererei un po' gli entusiasmi, cercando per il Mondiale almeno un terzino tecnico, una mezzala con il tiro e 4 rincalzi che cambiano una squadra come Jesus Navas e Mata. Fatto questo possiamo dire "siamo alla pari con loro".<br />
<strong> P.S. Nessuno dei 23 della Spagna avrebbe mai sbagliato il rigore.</strong>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-32620099490689698852013-06-22T19:17:00.001+02:002013-06-22T19:29:36.654+02:00La partita delle ConfederationsA proposito di Confederations Cup, a proposito di Brasile, a proposito di 4-3, a proposito di partite memorabili, la più bella di questo torneo fino a questo punto è di sicuro la finale del 1999 all'Atzeca tra Messico e Brasile.
<iframe width="400" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/YN6vMpJBLFU" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-84407969318918338532013-06-15T13:01:00.001+02:002013-06-15T13:01:33.789+02:00Il dilemma dei LionsCon immagini da definire per forza di cose commoventi (almeno per la grana del video, le condizioni del campo e la situazione politica di quel momento), mi chiedo: perché nello sport di squadra per eccellenza è possibile costruire una squadra all-stars competitiva in due settimane mentre in qualsiasi altro sport non è possibile? E' solo una questione di ruoli predefiniti? Ma il rugby è in grande evoluzione da un ventennio, non ci sono più le meccaniche perfette di un tempo.<br />Il dubbio mi resta.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/4pcLeDVBaEs" width="400"></iframe><br />Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-10983297272992959342013-06-12T15:01:00.001+02:002013-06-12T15:01:35.807+02:00Il Grifone fragile di Tonino Cagnucci<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJkGE2Xv_k80WFtxYCcNgkIs_-0IVx4Yr8Q6IzMhvALsDmBU1VehUavKj4daNp-EgztsE3krGg9-UzLIL8ZGTMrJjJEED6L8BKJrDmL0d5vJyNZHb1BVxFnd6dFRBaA2p7VqOtgbM0DU9a/s1600/cagnucci.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" cya="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJkGE2Xv_k80WFtxYCcNgkIs_-0IVx4Yr8Q6IzMhvALsDmBU1VehUavKj4daNp-EgztsE3krGg9-UzLIL8ZGTMrJjJEED6L8BKJrDmL0d5vJyNZHb1BVxFnd6dFRBaA2p7VqOtgbM0DU9a/s320/cagnucci.jpg" width="206" /></a></div>
Scrivere un libro su un tifoso non è usuale (almeno io non ne ricordo altri). Scrivere un libro su <strong>un tifoso "dentro"</strong>, non su qualcuno che del tifo ha fatto dimostrazione pubblica d'identità, è inusuale e difficile. Si può scadere troppo facilmente nell'immaginato. <br />
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Cagnucci invece, da verace giornalista, ne <strong><a href="http://www.liminaedizioni.it/news/dt/293/il-grifone-fragile-novità-in-libreria.html">“Il Grifone fragile”</a></strong> trova la chiave di volta, gli appunti privati di Fabrizio De André, dove quel tifo non (o poco) detto diventa evidenza nero su bianco, dalla quale costruire il tema.<br />
<br />
Leggendo quell'agenda del Credito Lombardo, <strong>Cagnucci si è trovato di fronte a pagine molto diverse:</strong> su alcune un ragazzino di quinta elementare segnava con accuratezza pre-onanistica squadre e medie inglesi del campionato del Genoa, in altre ha trovato vette di genio e poesia dalla grandezza irraggiungibile (c'è un intellettuale oggi che puó scrivere/comprendere/ farci comprendere “<strong>La domenica delle salme”?)</strong><br />
<br />
Cagnucci da qui ha dedotto la prima verità del libro, Geno(v)a è casa, gli amici di casa Repetto, una città divorata e poi raccontata per vissuto e non per sentito dire. Questo mondo non vedrà mai il poeta che canta, ma a viverci dentro sarà per sempre il ragazzino che sogna. <strong>Si lavora a Milano e si sogna a Genova</strong>, con il Genoa che fa da desiderio mai infranto.<br />
<br />
Seconda verità: questo è un libro su un tifoso vero, dalla passione assoluta. De André è un tifoso vero del Genoa, non perché si identifica nelle prassi domenicali dello stadio o di 90° minuto (e di Sky a tutti i costi anche se c'è di meglio da fare), ma perché ha in testa quel rumore di fondo che non ti lascia mai in pace,<strong> un tarlo ripetitivo e cercato: “Cosa ha fatto il Genoa?” </strong><br />
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Terza verità del libro:<strong> il genio è sempre popolare.</strong> Per quanto nasce in una famiglia della medio-alta borghesia, è nelle passioni popolari che deve immergersi per conoscere i rimbalzi dell'esistenza. Senza questa scuola terribile potrai arrivare in alto, lì dove tutti guardano e ammirano, ma non raggiungerai mai vette inattese.<br />
<br />
Una postilla almeno sullo stile: <strong>denso da tenerti contro il libro, vallonato come una tappa tra Emilia e Toscana,</strong> quando non stai mai fermo, non ti rilassi mai. Dentro ci sono studio, letture e grande amore per il tema. Quando ami davvero le parole non riesci a tenerle a bada tanto facilmente e va a finire che si infilano senza permesso nei periodi piani che vorresti portare a termine. Quando questo succede è sempre un bene, è <strong>la meraviglia della passione che zittisce il cervello. </strong><br />
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Iniziate a parlare o a scrivere di qualcosa che vi piace davvero tanto e capirete quanto è bello.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-79011310757974299512013-06-05T09:58:00.001+02:002013-06-05T09:58:20.482+02:00"Viaggio al termine della notte" di Ferdinand Céline<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4YgfCzMVRUtrACJqvHD0YUT9gDzZ2g46va_RKJlsB1Y60-icJf5RtxS5d6BzriOdveTNJThM3HN3LiCUsh74Ysiw9OOV2CdNeEhkXZRPwbM1U012JwEy7FiAfd2VsygLL_wVU87808piw/s1600/Celine.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4YgfCzMVRUtrACJqvHD0YUT9gDzZ2g46va_RKJlsB1Y60-icJf5RtxS5d6BzriOdveTNJThM3HN3LiCUsh74Ysiw9OOV2CdNeEhkXZRPwbM1U012JwEy7FiAfd2VsygLL_wVU87808piw/s320/Celine.jpg" width="208" yya="true" /></a></div>
Sono stato lontano dalle recensioni (dal blog, forse dalla vita) negli ultimi tempi perchè ho letto un<strong> libro enciclopedico</strong>, che non ti lascia grandi spazi mentali per fare qualcos'altro. Ho letto <a href="http://www.corbaccio.it/cgi-bin/mt-search.cgi?IncludeBlogs=39&limit=20&category=736&CustomFieldsSearch=1&CustomFieldsSearchClassType=entry&CustomFieldsSearchIgnore=EntryTitle&CustomFieldsSearchIgnore=EntryBody&CustomFieldsSearchIgnore=EntryMore&CustomFieldsSearchIgnore=EntryKeywords&CustomFieldsSearchField=EntryTitle&CustomFieldsSearchField=EntryBody&CustomFieldsSearchField=EntryMore&CustomFieldsSearchField=EntryKeywords&CustomFieldsSearchField=entrydatabookauthorforsearch&search=viaggio+al+termine+della+notte">“</a><strong><a href="http://www.corbaccio.it/cgi-bin/mt-search.cgi?IncludeBlogs=39&limit=20&category=736&CustomFieldsSearch=1&CustomFieldsSearchClassType=entry&CustomFieldsSearchIgnore=EntryTitle&CustomFieldsSearchIgnore=EntryBody&CustomFieldsSearchIgnore=EntryMore&CustomFieldsSearchIgnore=EntryKeywords&CustomFieldsSearchField=EntryTitle&CustomFieldsSearchField=EntryBody&CustomFieldsSearchField=EntryMore&CustomFieldsSearchField=EntryKeywords&CustomFieldsSearchField=entrydatabookauthorforsearch&search=viaggio+al+termine+della+notte">Viaggio al termine della notte” </a>di Céline</strong> ed è come ne avessi letto altri diecimila o ventimila di libri, tutti insieme, ficcati dentro quelle 500 pagine dense come il nero di seppia. <br />
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Non se ne esce fuori per prendere boccate d'aria da quel libro, è un muro che devi abbattere con il martello, un po' alla volta. Il <em>Viaggio</em> è un libro senza storia e parla principalmente di un secolo. Céline scrive contemporaneamente <strong>del passato prossimo di un uomo, del presente dell'Occidente, del futuro dell'umanità.</strong> E lo fa con scansioni ritmiche strane, diagonali, il tempo delle vicende scorre ma il lettore sembra essere sempre fermo ad un unico punto. L'unico vero tema è quello che stiamo diventando.<br />
<br />
Essendo tantissimi libri insieme, il <em>Viaggio</em> è anche un libro di sport, uno dei miei preferiti. Per scelte narrative e in alcune parti di stile, il libro di Céline richiama alla mente <strong>“Il diavolo e Sonny Liston” di Nick Tosches.</strong> I protagonisti dei due libri sono pienamente uomini moderni, senza una morale che viene dalla tradizione e uno scopo sociale di classe (nonostante la negritudine di Liston).<br />
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<strong>La mostruosità di una vita senza l'obiettivo della rivalsa sociale</strong> fa dei due reietti protagonisti delle monadi asettiche, incapaci di amare, difendersi, attaccare, <strong>semplicemente risucchiati e tritati dal diavolo XX secolo</strong> che non lascia speranze in un futuro anche solo leggermente diverso. <br />
<br />
<strong>Ferdinand e Sonny</strong> vivono esistenze aggredite dai nuovi desideri, volutamente superficiali, senza obiettivi, con la realtà che gli scorre addosso senza limitazioni e possibilità di indirizzamento.<br />
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E quando il lettore ne percepisce l'attualità ha paura. <strong>Per questo è difficile fare il resto.</strong><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-51133679737625308042013-05-27T19:30:00.000+02:002013-05-27T19:30:27.323+02:00Gancio da treSi sarà ancora qualcuno che sa fare un <b>gancio da tre?</b><div>
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/h0IC8Nwkd1w" width="480"></iframe></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-60213586321990919572013-05-15T13:24:00.001+02:002013-05-15T13:24:46.063+02:00Qualcuno era maradoniano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwV9cflbAqHJgNjOarhScuV_vmKUUjXWyqNy2iip6AwXtTO3paPwIeFi5Zu-4vSDpTWc4ispoE4yNguZICpsrQXgxgwuzZ8AB6KbIQIjdwhDJrkXyzc1fsyio1CXsT_MYufwKbr5NuWNq/s1600/MARADONA-NAPOLI1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" pua="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRwV9cflbAqHJgNjOarhScuV_vmKUUjXWyqNy2iip6AwXtTO3paPwIeFi5Zu-4vSDpTWc4ispoE4yNguZICpsrQXgxgwuzZ8AB6KbIQIjdwhDJrkXyzc1fsyio1CXsT_MYufwKbr5NuWNq/s1600/MARADONA-NAPOLI1.jpg" /></a></div>
Qualcuno era maradoniano perché aveva pagato mille lire solo per vederlo il 5 luglio 1984.<br />
<br />
Qualcuno era maradoniano perché aveva i capelli ricci.<br />Qualcuno era maradoniano perché aveva perso tutti i capelli. <br />
Qualcuno era maradoniano perché provava e riprovava in giardino a palleggiare come lui ma, a stento, ne faceva tre.<br />
Qualcuno era maradoniano perché la Juventus, il Milan e l'Inter erano già quelle di adesso.<br />
Qualcuno era maradoniano perché sembrava Abatantuono nano.<br />
Qualcuno era maradoniano perché ti davano 100 figurine Panini per averlo.<br />
Qualcuno era maradoniano perché solo con lui ti rendevi conto cosa volesse dire il termine rivalsa.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Platini era una Maria Antonietta con i calzettoni.<br />
Qualcuno era maradoniano perché non cadeva mai, nemmeno di fronte alle ingiustizie.<br />
Qualcuno era maradoniano perché ci vuole l'uomo dell'ultimo passaggio.<br />
Qualcuno era maradoniano perché contro l'Inghilterra non si era mica capito che aveva segnato con la mano.<br />
Qualcuno era maradoniano perché contro l'Inghilterra non si era mica capito come aveva segnato il secondo gol.<br />
Qualcuno era maradoniano perché il lunedì era più felice.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Boniperti, Trapattoni e Agnelli erano simpatici come le emorroidi il 18 luglio.<br />
Qualcuno era maradoniano perché del calcio me ne frego ma adoro il gesto atletico.<br />
Qualcuno era maradoniano perché da ragazzo aveva tirato una punizione nel sette.<br />
Qualcuno era maradoniano perché ha fatto vincere uno scudetto a Luciano Sola.<br />
Qualcuno era maradoniano perché per la prima e unica volta nella vita aveva vinto.<br />
Qualcuno era maradoniano perché grazie a lui aveva il caffè sospeso al bar.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Pelè non ha mai giocato in Europa. <br />
Qualcuno era maradoniano perché il gol su punizione contro la Juve era un chiaro errore di chi ha montato il servizio.<br />
Qualcuno era maradoniano perché se Ferlaino accattass' due terzini buoni l'Intercontinentale non ce la leva nessuno.<br />
Qualcuno era maradoniano perché nun jamm a nisciuna part cu sta squadr.... Gooool!!! To dicev' je ca simm e megl'.<br />
Qualcuno era maradoniano perché al fratello piaceva Antognoni.<br />
Qualcuno era maradoniano perché non si sentiva più solo.<br />
Qualcuno era maradoniano per sfizio, qualcuno per principio, qualcuno per imposizione paterna.<br />
Qualcuno era maradoniano perché se no abbuscav’ a scol’<br />
Qualcuno era maradoniano perché aveva abbuscat’ a scol’<br />
Qualcuno era maradoniano perché nell'apoteosi dell'estremo atletico si ravvisa l'allure artistico del genio. Capito cosa intendo?<br />
Qualcuno era maradoniano perché il sistema calcio vedeva i napoletani come una minoranza necessaria.<br />
Qualcuno era maradoniano perché nel giorno del primo scudetto si è fatto la comunione.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Napoli deve cambiare.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Napoli va bene così com'è.<br />
Qualcuno era maradoniano perché in pochi anni Pino Daniele, Massimo Troisi e Maradona nello stesso luogo.<br />Qualcuno era maradoniano perché nun se po' semp aspettà diman'<br />
Qualcuno era maradoniano perché l'incremento della vendita di magliette false sfiorava picchi colossali.<br />Qualcuno era maradoniano perché al Totonero aveva giocato 1 fisso.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Puzone, quello in basso a destra nella foto ufficiale, sembrava Nino D'Angelo.<br />
Qualcuno era maradoniano perché Berlusconi aveva già la faccia di chi voleva fottersi tutti.<br />
Qualcuno era maradoniano perché con la moneta di Bergamo la lira fu rivalutata in un attimo.<br />
Qualcuno era maradoniano perché pensav' ca murev' e nun o verev’.<br />
Qualcuno era maradoniano perché vivere a Napoli non è farlo a Torino, Milano, Perugia. Il silenzio e la paura ti fanno sentire un uomo peggiore.<br />
Qualcuno era maradoniano perché una guerra di camorra è una guerra, per tutti.<br />
Qualcuno era maradoniano perché credeva che per essere felice ci voleva qualcosa in più del semplice tirare a campare.<br />
Perché arrangiarsi va bene ma chi dice che si vive d'espedienti ha il culo al caldo.<br />
Perché siamo stati conquistati e sfruttati, controllati e fregati, ma non ci hanno mai convinto con la speranza del domani.<br />
Sì, qualcuno era maradoniano perché non voleva che finisse mai quella magia, quella sensazione di essere migliore di come ti descrivono, migliore di quello che gli altri vogliono.<br />
<br />
È adesso? Adesso che non c'è, che non possiamo più pensarlo vicino?<br />
<br />
Siamo vedovi, abbandonati, o forse in un limbo vuoto, in un’assenza tiepida, un tepore ottuso. <br />
Dal 17 marzo 1991 cerchiamo un approdo, una meta, un parametro.<br />
Perché quella bellezza ci prende ancora alla gola e inizia a scendere, muovendosi come una vipera, sul cuore, tra i polmoni, nello stomaco, verso luoghi che non conosciamo e sentiamo soltanto addosso?<br />
Come ricostruirci un futuro senza la bellezza? Chi ce la può dare, dove è andata finire? <br />
La cerchiamo ovunque, tra le cose materiali coi soldi e le manfrine culturali con le idee. Ma nessuno più la tocca.<br />
L’avevamo tra le mani, ogni giorno crescente, anche le sconfitte erano raggi di calore. <br />
Adesso vinciamo ma è un perdere col sorriso, un essere comunque battuti da chi ci ha negato per secoli il volo.<br />
Dobbiamo reinvantercela, dobbiamo reinventarcelo un nuovo Maradona.<br />
Uno che slaccia il talento e gode con noi, uno che ti guarda e capisce quanto amore rimbalza, uno che si guarda le scarpe e sa di essere più importante per gli altri che per se stesso.<br />
<br />
Uno così ci vuole. Per Napoli. Per noi.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-59167382423768717952013-05-07T13:55:00.000+02:002013-05-07T13:55:11.987+02:00In ricordo di Andreotti - Racconto Estate 1982<br />
Per il mio libro sul 1982 ho scritto un racconto che cercava di capire o soltanto immaginare meglio Andreotti. Lo riporto di seguito.<br />
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<div style="text-align: right;">
<i>20 giugno 1982</i></div>
<div style="text-align: right;">
<i>Roma, ore 21.20</i></div>
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<b>Germania Ovest-Cile 4-1 (Rummenigge (3), Reinders, Moscoso)</b><br />
<div>
<br /></div>
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Il suo sguardo non punta mai l’occhio del relatore. Squadra i dettagli. L’orlo della giacca, come scende la cravatta sullo stomaco, il ciuffo dei capelli che fanno capolino sopra la basetta, le unghie delle mani, che lui considera lo specchio di un uomo.<br />
Giulio Andreotti ascolta, nella riunione voluta da Salvo Lima a Palazzo Ferrajoli. Il tema è cosa fare del Governo Spadolini.<br />
<br />
Vincenzo Scotti: “Il futuro è incerto Giulio, Salvo non ha compreso che le prospettive politiche del nostro gruppo devono intrecciarsi con altre esigenze. Balzamo, Lagorio, Formica sono craxiani poco convinti, cavalcano l’onda lunga per cui dobbiamo ringraziare sempre Fanfani”.<br />
<br />
Salvo Lima: “Ti sbagli Vincé, Fanfani ormai è fuori dai giochi, il pericolo è Craxi, stammi a sentire. Quello è ancora incazzato perché pensa che tutta la faccenda Eni è gestita da noi. Craxi non lo metti in disparte come Amintore, ha pezzi di elettorato molto fedeli”.<br />
<br />
Franco Evangelisti: “E non ce li potemo rubà questi pezzi di elettorato? I nostri sul territorio mica c’hanno paura dei socialisti. La battaglia è battaglia, lo sanno tutti, semo alleati quanto vuoi, ma se se tratta de fa vedè il pugno d’acciaio io so sempre convinto di attivare il territorio e far vedere sul campo chi semo noi”.<br />
<br />
Salvo Lima: “Sono d’accordo Franco, ma partiamo da una situazione di debolezza, non c’era mai successa una cosa del genere. A Palermo si chiedono se veramente siamo finiti, se veramente facciamo la fine di Fanfani, io devo dare risposte a nome del direttivo, non posso risolvere la questione dicendo che ci pensano i territori. I territori sono foglie al vento, stiamo attenti a pensare che tutti stanno sulla nostra carrozza”.<br />
<br />
Giulio Andreotti: “La nostra carrozza sa ancora qual è la strada giusta”.<br />
<br />
Vittorio Sbardella: “Giulio, come sempre mi trovi d’accordo, ma le questioni sollevate da Salvo non sono di secondo piano. I socialisti si rivolgono alle persone dicendo che noi siamo i vecchi pellicciai, la gente sta iniziando a credere che il vestito buono è Craxi che glielo confeziona. Io non ne faccio nemmeno una questione puramente politica, su quel piano abbiamo ancora le armi giuste per nascondere chi ci vuole male, ma penso ad una dimensione più ampia, allargo il campo verso l’immaginario politico delle persone”.<br />
<br />
Giuseppe Ciarrapico: “Ma quale immaginario politico, la gente viene da noi come va da Craxi, noi però gli risolviamo i problemi, l’immaginario politico nun c’entra un cazzo”.<br />
<br />
Vittorio Sbardella: “C’entra invece Giusé, credimi che c’entra. Quando alla gente dici che si sente aria nuova, che il mondo cambia e che loro ne sono i nuovi protagonisti, quelli ci credono, credono che i rapporti di forza stanno cambiando e lo sai bene poi quello che succede. Ricordati come abbiamo offuscato Aldo negli anni ’60, nessuno ci credeva, ma quando alle persone gli dici all’orecchio che il ballo non lo conduce più quella persona, escono dalla sua sala ed entrano nella tua, pagando. E stiamo attenti che non succeda proprio questo”.<br />
<br />
Paolo Cirino Pomicino: “Cari, amici, io vi ho ascoltato, ma nessuno mi ha convinto fino in fondo. Sono d’accordo a metà con Vincenzo. A Napoli questa forza socialista io non la vedo, non la tocco. Sai come si dice a Napoli: “Lasciarlo cuocere rint all’acqua sua”. Io direi di attendere, Craxi non è pronto per dare risposte concrete, non ha i mezzi che abbiamo noi”:<br />
<br />
Franco Evangelisti: “So d’accordo pur’io, Craxi nun c’ha gli appoggi nostri”.<br />
<br />
Giulio Andreotti: “Gli appoggi sono fatti per consumarsi”.<br />
<br />
Salvo Lima: “Proprio così Giulio, proprio così. Abbiamo chiesto tanto a persone che hanno bisogno di avere sempre. Non possiamo arrivare da un giorno all’altro e dirgli, sai è cambiato il vento, accomodati nelle stanze, se vuoi ti faccio la lettera di presentazione. Craxi si sta costruendo i suoi di appoggi, non ha bisogno per forza dei nostri per reggere il gioco. Non pensiamo che noi abbiamo le mani dappertutto, ci sono settori dove siamo scoperti”.<br />
<br />
Giuseppe Ciarrapico: “Ma dove semo scoperti, dimmelo tu dove semo scoperti?<br />
<br />
Franco Evangelisti: “In effetti Giusé, in tutto sto settore delle comunicazioni private nun c’avemo nessuno dei nostri, Craxi se sta a magnà tutto”.<br />
<br />
Salvo Lima: “E guardate che questo è il futuro. L’industria in Italia è arrivata al massimo possibile in quanto a sfruttamento politico, le pubblica amministrazione ha bisogno di un ricambio rapido, mentre si sta affermando il mondo delle tv private, dell’edilizia aggressiva, della finanza che non aspetta il via libera da parte della politica. E questi sono tutti settori che non conosciamo”.<br />
<br />
Vincenzo Scotti: “Non sono d’accordo Salvo, scusami se te lo dico. Ho parlato ieri con Remo Gaspari. Mi ha detto che queste persone delle tv private sono già andate a bussare mille volte alla sua porta e lui non li ha fatto nemmeno entrare”.<br />
<br />
Salvo Lima: “Ed è un minchione, perché su di loro si inizia a giocare la partita. Craxi lo ha capito. Stiamo attenti a non farci annullare”.<br />
<br />
Giuseppe Ciarrapico: “Annullare a noi, ma sei diventato pazzo, Salvo. Ma chi c’annulla a noi, noi semo il potere, lo vuoi capire o te ne sei dimenticato? Che è, gli amici ti chiedono ancora altre cose?”.<br />
<br />
Giulio Andreotti: “Gli amici restano sempre amici. Basta non tradirli”.<br />
<br />
Vittorio Sbardella: “ Ma gli amici possono allargare le proprie amicizie e giocare su più tavoli”.<br />
<br />
Paolo Cirino Pomicino: “Da quando sono nato io conosco un solo tavolo, quello dell’interesse. A Napoli gli interessi li curiamo noi e li curiamo fin troppo bene, a Roma c’è Giulio, Salvo perché sei così nervoso, a Palermo i tuoi interessi ti stanno scappando di mano?”<br />
<br />
Salvo Lima: “Gli interessi si stanno muovendo. Dobbiamo seguirli”.<br />
<br />
Vincenzo Scott: “E noi li seguiamo, qual è il problema, facciamo come la Germania che ho visto prima di venire qua. Ha perso contro l’Algeria e tutti pensavano che era andata. E invece col Cile ha giocato d’attesa, ha fatto l’Italia. La forza si deve mostrare nei risultati, non andando a combattere sempre a viso aperto”.<br />
<br />
Giulio Andreotti: “Combattere non è quasi mai vincere”.<br />
Vittorio Sbardella: “Noi non chiediamo di combattere Giulio, lo sappiamo tutti che a noi non serve in questo momento. Ma la difesa la dobbiamo attivare, non possiamo farci trovare sempre scoperti e farci fottere in contropiede”.<br />
<br />
Paolo Cirino Pomicino: “Noi abbiamo un grande portiere”.<br />
<br />
Vittorio Sbardella: “Sono d’accordo ma anche il più grande portiere della storia prende gol se i difensori non sanno marcare bene. Noi stiamo subendo un attacco forte, da gente che ha imparato a giocare a pallone, io dico solo di non perdere una partita per poca attenzione. Siamo tutti dei fuoriclasse, ma tanti fuoriclasse insieme non fanno una grande squadra”.<br />
<br />
Giuseppe Ciarrapico: “Nun hai visto il Brasile allora, noi semo come il Brasile”.<br />
<br />
Salvo Lima: “Vediamo prima il Brasile che fa al mondiale e poi ne parliamo”.<br />
<br />
Paolo Cirino Pomicino: “Giulio noi siamo qui anche per capire se questo governo deve essere mantenuto in vita”.<br />
<br />
Franco Evangelisti: “Se le prospettive sono cambiate e c’è bisogno della nostra discesa in campo come titolari fissi”.<br />
<br />
Vincenzo Scott: “Ci sono i titolari e i dirigenti, si vince di più con una grande società”.<br />
<br />
Salvo Lima: “ Hai ragione Vincè, ma a questo punto dobbiamo capire se dobbiamo fare il tifo per questa squadra oppure no.<br />
<br />
Giulio Andreotti: “Com’è adesso la macchina non mi piace. Il motore è ingolfato, arriveranno tempi in cui deve correre più forte di prima. Spadolini è un bravo guidatore, ma Craxi è seduto di fianco. Bisogna invitarlo a farlo scendere, fargli capire che se vuole può prendere il pullman, ma sulla nostra macchina facciamo entrare chi diciamo noi”.<br />
<br />
Giuseppe Ciarrapico: “Così me piaci a Giù, sei sempre er migliore”.<br />
<br />
Giulio Andreotti invita tutti ad abbandonare la stanza. Come al solito, il riporre le carte è armonioso come un gesto di bellezza musicale. Senza parlare conduce gli altri fuori, si gira su stesso e chiude la luce, un attimo dopo aver chiuso gli occhi.<br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-35468145457505935642013-05-01T17:40:00.002+02:002013-05-01T17:40:24.250+02:00Il Barcellona e la fine del tempo lineare<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0h3dqtPb6mU2QeteMJGKw7p47h18R6m96vKQgtnqk5ToPtbCyGxfjIEL4FVlqXvaPP7Uj0ap3oXRW9QJfjoPM6Pkn9AkUjFkUUuXsz2qU21jR15LYdGd632uRwUZF1PTfMPwl9etK3ozM/s1600/Guardiola.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0h3dqtPb6mU2QeteMJGKw7p47h18R6m96vKQgtnqk5ToPtbCyGxfjIEL4FVlqXvaPP7Uj0ap3oXRW9QJfjoPM6Pkn9AkUjFkUUuXsz2qU21jR15LYdGd632uRwUZF1PTfMPwl9etK3ozM/s200/Guardiola.jpg" width="200" /></a></div>
<b>La Spagna</b> ha terminato il suo ciclo, come molti affermano combinando gli insuccessi iberici con il tramonto di Fuentes?<br />
Orribile giornalismo, indegno anche dei tempi melmosi che stiamo vivendo (melmosi per eterodirezione dell’opinione pubblica anche se è semplice colpo di coda, le nuove tecnologie crowdsourcing diffuse stanno creando la società del merito e della trasparenza).<br />
La Spagna e soprattutto il Barcellona<b> hanno mostrato un nuovo modello di gioco</b>, superando la logica di Sacchi, ultima frontiera prima della nuova rivoluzione.<br />
Guardiola ha guardato Sacchi partendo dal concetto base del gioco del Milan: <b>il pressing.</b> Ma lo ha evoluto portandolo da passivo ad attivo. Il Milan di Sacchi pressava per recuperare palla e imbastire manovre d’attacco, <b>per il Barcellona di Guardiola il pressing era la prima fase di attacco alla squadra avversaria,</b> senza un lasso di tempo, anche minimo come per il Milan, tra il recupero palla e l’attacco degli spazi.<br />
Il pressing era già manovra d’attacco e l’intera squadra doveva muoversi come se avesse il controllo del pallone. Un concetto che potrebbe chiamare in causa le dimensioni temporali <b>se solo lo analizzassimo in ottica sci-fi. </b><br />
Mentre il Milan tra il presente della fase di pressing e il futuro dell’azione di attacco inseriva un tempo (che nella pratica è occupazione spaziale del campo) di attesa, una sorta di valvola di controllo per realizzare il proprio attacco, <b>il Barcellona ha eliminato questa valvola spazio-temporale</b> e nell’attimo presente del pressing spalancava già le porte al futuro dell’azione di attacco, creando dimensioni temporali differenti in relazione al tipo e alla qualità di recupero della palla.<br />
Il pressing di un Mascherano non aveva solo lo scopo di togliere la palla agli avversari ma di innescare una giocata già presente e non solo futuribile nel momento dell’attacco al pallone.<br />
Le dimensioni temporali di gioco con il Barcellona si sono accavallate,<b> disintegrando il tempo lineare di difesa, pressing e attacco</b>, già accorciato al massimo dal Milan di Sacchi, creando da un atto presente di pressing tanti futuri possibili già in divenire.<br />
E non mi venite a parlare di Fuentes.<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-20102994528837735472013-04-17T13:58:00.000+02:002013-04-17T13:58:36.853+02:00La beffa di Karppinen otto anni dopoLa prima volta è una sorpresa. Certo, lo conosci bene, ai Mondiali e in molte gare della <strong>Coppa del Mondo</strong> lo hai battuto, però può succedere che becca proprio quella giornata.<br />
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Ma la seconda no, <strong>è da impazzire.</strong><br />
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Per due Olimpiadi, <strong>Montreal 1976 e Los Angeles 1984</strong> (con l’intermezzo del 1980 quando il tedesco boicottò), nel singolo uomini di canottaggo il finlandese <strong>Pertti Karppinen</strong> ha battutto il tedesco <strong>Peter-Michael Kolbe</strong> con una rimontona conclusa a pochi metri dal traguardo.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/qBt3kk1pNTk" width="400"></iframe><br />
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Due storie diverse ma con il finale uguale. <strong>Ad otto anni di distanza.</strong><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/bEmq_S4h4DU" width="400"></iframe><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-90921023917149697172013-04-14T18:47:00.002+02:002013-04-14T18:59:19.312+02:00Wessig l'unico e il cinese venuto dal futuro<br />
Stabilire un record correndo alle <b>Olimpiadi,</b> se si pensa a <b>Michael Johnson</b> prima e <b>Usain Bolt</b> poi, sembra quasi la normalità.<br />
Quasi impossibile è farlo nei concorsi dove la tensione è troppa per arrivare ai limiti. Primo e unico a riuscirsi nel salto in alto maschile<b> Gerd Wessig</b>, tedesco orientale che a <b>Mosca piazza un 2,36 </b>e cade dal materassino per l’incredulità.<br />
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Poteva fermarsi e batteva comunque il secondo, il polacco<b> Jacek Wszola</b>, ma ha voluto provarci e diventare leggenda.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/4oRtdl77zjI" width="400"></iframe><br />
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Il polacco aveva a sua volta stabilito il record del mondo il <b>25 maggio 1980, con 2,35,</b> eguagliato il giorno dopo dal tedesco occidentale <b>Dietmar Mögenburg.</b> Un record al giorno, non male come periodo per il salto in alto.<br />
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A battere Wessig un uomo venuto dal futuro, il cinese <b>Zhu Jianhua. </b><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/CfNPSqYljK4" width="400"></iframe><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-82567629374382883742013-04-12T12:13:00.002+02:002013-04-12T12:13:41.709+02:00De impotentia juventina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_WWe7av7wshGYKOSEukz7toaPNb_LCUNCeS-Di6PyxKje4j7hULCWPixqUsh7IzNrGXShYWFFmAGvEH1GOTkmeGOeWlxoLjUk2_wY-CLkrE6DGnkwDZIhoiN88Eg4_bgNHAkGjUykew4r/s1600/juventus-bayern-monaco-0-2-3-770x512.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; height: 141px; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; width: 218px;"><img border="0" bua="true" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_WWe7av7wshGYKOSEukz7toaPNb_LCUNCeS-Di6PyxKje4j7hULCWPixqUsh7IzNrGXShYWFFmAGvEH1GOTkmeGOeWlxoLjUk2_wY-CLkrE6DGnkwDZIhoiN88Eg4_bgNHAkGjUykew4r/s200/juventus-bayern-monaco-0-2-3-770x512.jpg" width="200" /></a></div>
Non riuscire nelle cose è una meritata liberazione, il traguardo di quell'autocoscienza dei limiti umani di cui parla Locke nel <em>“Saggio sull'intelletto umano”.</em> Farlo in un settore dove la competizione è il motore come lo sport diventa una scelta ancora più consapevole, integrale, oltretutto di gruppo, restìo per spirito e motivo di esistere nel riconoscersi sconfitto. (A proposito, parliamo di modelli da imitare, ma <strong>sono ancora del parere di Marco Aurelio</strong>, quando affermava: <em>“Il modo migliore per difendersi da un nemico è non comportarsi come lui”.).</em><br />
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<strong>Il Bayern ha dominato per 180 minuti</strong> e tutti lo hanno ampiamente attestato. La Juventus, squadra mai stata Sisifo felice nella sua storia, e i tifosi erano al limite della serenità dopo aver perso entrambe le sfide per 2-0. <br />
<br />
Tutto dovrebbe essere giusto e bello eppure non mi suona: in <strong>Champions League</strong> le italiane vanno fuori con la tranquillità del più debole mentre le altre, spagnole e inglesi soprattutto, s'incazzano contro tutto (arbitri, UEFA, campo, condizioni meteorologiche, sfiga). Spesso sembra di assistere ad una normale domenica della nostra serie A dove c'è un atteggiamento di non accettazione della sconfitta ancora più esasperato e ottuso. Perché siamo così diversi nelle due competizioni (il vero limite è stato toccato lo scorso anno dal Milan contro il Barcellona. <strong>Arbitro scandaloso ma rossoneri a dir poco atarassici)?</strong><br />
<br />
La storia potrebbe spiegare: con i nostri vicini storicamente siamo battaglieri mentre con i lontani da noi armonicamente accondiscendenti. Ma non è solo questo. Nel calcio abbiamo espresso sempre una debolezza di fondo <strong>che ci ha dotato di una logica di gioco essenzialmente passiva</strong> (Brera ovviamente, mica io). Abbiamo riportato questa deficienza nel rapporto con l'altro calcistico, che non può essere il vicino di casa ma l'avversario più distante da noi, nei confronti del quale siamo sempre partiti da una posizione di evidente inferiorità. <br />
<br />
<strong>Sacchi lo dice spesso: dovremmo cambiare questo atteggiamento naturale per poter competere.</strong> E non lo si fa comprando i giocatori migliori, com'è successo negli anni '80 e '90, ma investendo sul coraggio dei giovani. Una scelta che si sta iniziando a fare anche grazie alle commistioni che portano in dono i figli degli immigrati, provenienti da una cultura (tout court e del gioco nello specifico) differente.<br />
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<strong>Più Balotelli che Messi servono all’Italia.</strong><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-45567076128615716992013-04-08T19:25:00.000+02:002013-04-08T19:25:14.036+02:00Di spalle<br />
Le cose migliori si fanno di spalle:
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voltarsi davanti all'alba<br />
oppure piegarsi<br />
per toccare l'acqua del mare.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/Ym-cr4Ns6b0" width="400"></iframe><br />
<br />
Di spalle non chiediamo di risponderci, <br />
ma di seguirci.<br />
Senza guardare pensiamo alle cose<br />
quelle più vere.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/JPs9YubTjgM" width="400"></iframe><br />
<br /><br />
Dando il culo agli altri sproniamo all'attacco, <br />
ci spingiamo oltre il bisogno <br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/xrDHFme0-aQ" width="400"></iframe><br />
<br />e speriamo nell'orizzonte.<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/5IVYTytz1r8" width="400"></iframe><br />
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Di spalle partono tutti i nostri treni.
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/Jh-x9uciGqQ" width="400"></iframe><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-76210098293086030862013-04-04T18:48:00.001+02:002013-04-04T18:48:20.837+02:00Il pianeta di SocratesLa ricordavate questa esultanza di Socrates? Era già su un altro pianeta.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/WTmV2j79f5c" width="450"></iframe>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-17287710422560411532013-04-02T12:06:00.001+02:002013-04-02T12:06:55.859+02:00Il fabulismo destrutturato di Buffa - Nuovo modello oltre "Sfide"<strong>Federico Buffa</strong> nel fabulismo sportivo (forse l’unico realmente sensato oggi. Nessuno riesce più a raccontarci con questa chiave le vicende della storia, dell’uomo (eccezione Mankind), dell’evoluzione, delle scienze) ha raggiunto un altipiano sensazionale. <strong>Accorda atmosfere e competenze senza cali di ritmo</strong>, un mezzo miracolo se pensiamo a quanto è difficile tenere incollate le due cose.<br />
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<strong>“L’NBA dei vostri padri”</strong> e gli speciali su <strong>Maradona e Arpad Weisz</strong> hanno mostrato un nuovo modello del raccontare sportivo televisivo che va oltre “<strong>Sfide</strong>”, programma di aneddotistica accurata, abile nel rimanere popolare e diventare subito una lovemark di settore coinvolgendo gli attori protagonisti.<br />
<br />
<strong>Buffa e il suo raccontare ne è il superamento perché rinnega fin da subito la condivisione del “c’ero anchio”.</strong> Riprendendo dalle esperienze one man show che hanno buon trend e da quelle di teatro civile alla Paolini costruisce una narrazione tutta soggettiva e ipercompetente, che induce poco allo scambio e si fonde sulla <strong>garanzia e la fiducia riposta in chi parla per ammaestrare.</strong><br />
<br />
Mentre “Sfide” è inquadramento popolare e diffuso delle vicende sportive, Buffa (chiamiamolo così per adesso) è sottolineatura d’elite che non si differenzia per gli argomenti (Maradona è “il tema”, direbbe lui stesso) ma per <strong>scelte narrative e stile di scrittura.</strong><br />
<br />
La scrittura di Sfide è cronachistica e sempre più basata rispetto agli inizi sugli scambi con gli sportivi o i coinvolti nella storia raccontata, <strong>quella di Buffa è pienamente destrutturata</strong>, pescante in settori oltresportivi (musica eletteratura soprattutto) e capace di giocare su toni linguistici molto differenti (e il cambio continuo di lingue parlate accentua ancora di più queste montagne russe).<br />
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La mia idea? Un format meglio definito in cui Buffa (e tutti gli altri autori ovviamente) può strutturare un percorso narrativo più completo e meno a chiazze come adesso è l’NBA dei vostri padri. <strong>Un luogo televisivo nuovo dove raccontare sport partendo da questo nuovo modello.</strong><br />
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E qui sarà fondamentale fare intervistare le personalità scelte direttamente da Buffa. Verranno fuori cose interessanti.<br />
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Per chi non ha visto e vuole entrarci dentro al meglio, <strong>Buffa racconta Maravich:</strong><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/NNDdUGVx7Aw" width="400"></iframe><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/sMzPcAYp24k" width="400"></iframe><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/EItaAXfkyJI" width="400"></iframe><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/rgml1e_xgO4" width="400"></iframe><br />
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-82215219750043717232013-03-29T10:03:00.000+01:002013-03-29T10:41:54.596+01:00Independiente '70, la squadra migliore di sempre.<strong>25 gennaio 1978</strong>, Finale Torneo Nacional 1977 –<strong> Talleres di Cordoba-Independiente</strong>. 1-1 all’andata e gara decisiva a Cordoba. Arbitro casalingo e spronato a farlo dal gerarca di zona. Vantaggio dell’Independiente con <strong>Outes</strong>. Al 14' minuto del secondo tempo rigore dubbio realizzato da Cherini e <strong>gol del 2-1 firmato di pugno da Boccanelli.</strong> Scoppia il putiferio e l’arbitro Barreiro espelle tre Diablos Rojos. <br />
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La partita riprende e <strong>con solo 8 uomini l’Independiente realizza il gol vittoria con Bochini</strong>, El Rey Mago Zarateno.<br />
Questo in sintesi il racconto. <strong>L’Independiente degli anni ’70 non se lo caga nessuno</strong>, ma lotta con Ajax di quegli anni, Milan degli anni ’90 e Barcellona contemporaneo ad essere <strong>la squadra migliore di tutti i tempi.</strong><br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/T-5Aw_j_l5Q" width="400"></iframe>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-58926247598929468662013-03-23T22:26:00.000+01:002013-03-23T22:26:00.137+01:00Spettacolo USA-Costa Rica<br />
Lo so, non si deve giocare, è pericoloso, il risultato è falsato, ma quando si gioca sotto la neve è uno spettacolo incredibile.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/dhufngKy5g4" width="400"></iframe>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-45908565307778606032013-03-21T14:18:00.000+01:002013-03-21T14:18:18.602+01:00Il Brasile al contrario<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglJ8IZzliq8535MW2emopNEraruK7drj3pqelySzQF62Mk3bfiJHqCSNP88VkfVz3LUG-2JDfjaw3I8AYy3g04qtjH-QDbfsiaEIP6nYxekSZOBmsF-YKAtIr2UniprRFV_dzDqsybaBP0/s1600/Brasile_2014.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="122" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglJ8IZzliq8535MW2emopNEraruK7drj3pqelySzQF62Mk3bfiJHqCSNP88VkfVz3LUG-2JDfjaw3I8AYy3g04qtjH-QDbfsiaEIP6nYxekSZOBmsF-YKAtIr2UniprRFV_dzDqsybaBP0/s200/Brasile_2014.jpg" ssa="true" width="200" /></a></div>
Dal 1990 (ed era successo solo nel <strong>1978 e nel 1986</strong>) il Brasile non è la squadra favorita del prossimo Mondiale. Ma lo giocherà in casa. <strong>Bel dilemma</strong>. <br />Non hanno il super campione che può vincere la partita necessaria da solo e nemmeno il collettivo perfetto, persi come sono tra vari campionati e ruoli periferici. <br />A stare peggio di tutti è l'attacco. Se, come sembra, giocheranno con il 3-1 i calciatori a disposizione sono tutti enigmi da risolvere. <strong>A destra Hulk</strong>, forza circense della natura. Vuole giocare senza appoggi, integrarlo in un sistema significa annullarlo, vuole la palla per farle male coi piedi. Vaglielo a spiegare ai russi. Al centro se si gioca domani parte Kakà, <strong>per Mourinho un buon ex che serve contro il Racing Santander in casa.</strong> Alla fine però giocherà Lucas se fa il campionato sperato il prossimo anno al PSG. A sinistra Neymar, l'uomo che ha sfidato Messi (Intercontinentale) e a fine partita sembrava un bimbo cazziato dal papà. Non ha la tempra per reggere tutto l'ambaradam e farà bene se sarà la spalla. <strong>Al centro Leandro Damiao</strong>, un centravanti che in Italia farebbe i suoi onesti 13 gol. <br /><strong>Se l'attacco parte coi dubbi, il centrocampo è in attesa. </strong>Ci sono un paio di prospetti pronti a esplodere (Paulinho) e un po' di gente navigata che sai già quello che ti può dare (Ramires, Lucas). <br />In difesa la notizia: <strong>se il Brasile schiera Julio Cesar, Dani Alves, Thiago Silva, Miranda, Marcelo ha la difesa migliore del mondo </strong>capace di difendere forte e di essere in molte altre parti del campo. <br /><strong>Scolari ha in mano un Brasile al contrario e non è fesso. </strong>Cosa vuol dire? Parlerà forsennatamente di spettacolo e poi eseguirà il primo non prenderle, impostando la squadra sulla solidità difensiva e lasciando gli spazi liberi per Hulk e Neymar. <strong>Un Brasile di contropiede che giocherà al risparmio</strong>, controllando gli impeti estetici. Questa l'unica soluzione di Scolari che proporrà in Brasile il Brasile meno brasiliano. <strong>Sembra uno scioglilingua ma Scolari saprà pronunciarlo.</strong><br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-71807553200800231302013-03-19T13:58:00.000+01:002013-03-19T13:58:35.170+01:00Il fondamentale Cerci<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjljik1QCL_U3k8YnA_5hS5v2Ugf8NSD2TzS71YLIsKxRNapNH_9hm2pZ6tcF10gYrUVWMeQK7reGymQeNTOsEfZgNMVgctAzqvR8Rx0N9OmPpqro0U321un2tJTuOOHmDE0RymU0XC6PdS/s1600/Cerci_Nazionale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="140" psa="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjljik1QCL_U3k8YnA_5hS5v2Ugf8NSD2TzS71YLIsKxRNapNH_9hm2pZ6tcF10gYrUVWMeQK7reGymQeNTOsEfZgNMVgctAzqvR8Rx0N9OmPpqro0U321un2tJTuOOHmDE0RymU0XC6PdS/s200/Cerci_Nazionale.jpg" width="200" /></a></div>
Prandelli sa che per battere <strong>Spagna, Brasile e Argentina</strong> non può presentare il prossimo anno una squadra troppo stantìa. La Spagna ha un concetto su cui switcha molto rapidamente moduli a piacimento con o senza centravanti, ali classiche e così via. Il <strong>Brasile è già più standard con il 3-1</strong> avanti molto variabile però grazie ai suoi attaccanti poco incasellabili. L'Argentina poi non può avere moduli ma solo contingenze. Come e dove vorrà giocare Messi per rendere al meglio quello è il modulo prescelto (tutti parlavano di Maradona non allenatore ma in Sudafrica ha perso proprio perché <strong>Diego voleva far muovere Messi su un modulo fisso).</strong><br />
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Noi abbiamo una sola speranza, come ad Euro 2012: <strong>muoverci tra i moduli per dare pochi punti di riferimento.</strong> Il 3-5-2 è il più pronto. La difesa juventina con Maggio e Balzaretti conosce a memoria il sistema. A centrocampo i soliti con Montolivo più avanti e due punte forti (Balotelli-Osvaldo). <br />
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<strong>Il 4-2-3-1 è un altro modulo nelle corde della squadra.</strong> Terzino destro Abate, a sinistra Peluso e centrali Barzagli-Chiellini. I due da schermo li fanno Pirlo e De Rossi e la trequarti formata da El Sharaawy a sinistra, Marchisio al centro (ma bisogna vedere come andrà Verratti perché li puo giocare e rendere) e Candreva ala tattica a destra. <strong>Se si mette male Diamanti al centro. Con Balo centravanti. </strong><br />
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Per usare il tridente però, vecchio cruccio di Prandelli, serve almeno un'ala vera. <strong>E Prandelli non farà di nuovo l'errore di pensare che un giocatore come Borini possa fare questo lavoro</strong> (Borini è addirittura un centravanti di casino, alla Inzaghi per dire, metterlo all’ala è un disastro). Per giocare con il 3-4-3 e il 4-3-3 Prandelli deve mettere fuori Montolivo e giocare con El Sjaarawy a sinistra, Balotelli centrale e Cerci a destra, non puntando in questo caso su Candreva poco pericoloso palla al piede. <strong>Da prospetto sempre alla ricerca della continuità, nella testa di Prandelli Cerci diventa importante</strong> e l'unico in Italia a poter dare sulla fascia la pericolosità e il fondo di un Pedro. Cerci da reietto diventa indispensabile per variare i moduli, anche se io attenderei il prossimo anno per capire cosa farà in serie <strong>A Saponara,</strong> capace di mettere insieme l'equilibrio di Candreva e la pericolosità di Cerci. Vuoi vedere che numero 7 giocherà lui?<br />
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Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6705879727606287891.post-43914595799265527042013-03-10T12:31:00.001+01:002013-03-10T12:36:00.717+01:00A chi somigliano?Mattia Perin<br /><br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/EcBMPV1t_6U" width="400"></iframe><br /><br /><br />Mattia De Sciglio<br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/ckg8rbn-YJ4" width="400"></iframe><br /><br /><br />Marco Verratti<br /><br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/5f_hzyivFHE" width="400"></iframe><br /><br /><br />Lorenzo Insigne<br /><br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/AVhSCu3RCu0" width="400"></iframe><br /><br /><br />Ciro Immobile<br /><br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/Bf2AK4c-T2I" width="400"></iframe><br /><br /><br />Fabio Borini<br /><br /><br /><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="300" src="http://www.youtube.com/embed/3senIjdk54k" width="400"></iframe><br />Unknownnoreply@blogger.com0